Alle lavoratrici lì occupate non viene dato alcuna informazione preventiva e spesso si ritrovano a dover gestire, senza indicazioni di sorta, sia il prelievo della merce di negozio da parte dei capi-area che la riconsegna o il mantenimento delle chiavi.
Alcune hanno già ricevuto, tramite raccomandata, il preavviso di licenziamento, altre sono state collocate in ferie forzate e probabilmente riceveranno notifica del licenziamento individuale all’atto dello smaltimento delle ferie, oppure -come già accaduto nelle ultime settimane- verranno trasferite presso PdV distanti parecchie decine di chilometri per provocare le dimissioni per giusta causa.
A livello nazionale continua ad essere totalmente assente un sistema di corrette relazioni sindacali: non è stata data risposta alla nostra ultima richiesta di incontro e, soprattutto. nessuna procedura di licenziamento collettivo ex L. 223/90 è stata attivata per informare della decisione di chiudere così tanti negozi e di licenziare il personale ivi impiegato.
La scelta di procedere, fuori dalle norme di legge e con tale accelerazione, alla chiusura dei PdV ritenuti non performanti, è probabilmente dovuta alla decisione aziendale di presentare al Tribunale di Pisa, nell’ambito della procedura, un aggiustamento della proposta di salvataggio più leggera e quindi più credibile, ma questo non tiene conto dei costi aggiuntivi che potranno insorgere per la vertenzialità diffusa a tutela dei diritti individuali elusi che tale decisione comporta.
Le strutture nazionali , da parte loro, dovranno approfondire l’azione sindacale e legale comune da mettere in campo in questa fase, in aggiunta a quanto verrà sviluppato a livello territoriale per la tutela delle lavoratrici che ci daranno mandato.
La riunione della Camera di Consiglio tenutasi oggi a Pisa nell’ambito della Procedura giudiziale, ha rinviato ogni decisione al 14 novembre p.v.
-
p. Filcams Cgil Nazionale
Concetta Di Francesco