domenica 19 febbraio 2006

    Pagina 15 - Economia & Lavoro


    Turismo, Italia in affanno
    ? poco competitiva
      L’anno scorso il settore ? cresciuto solo dell’1%
      Al Belpaese gli stranieri preferiscono altre mete

      di Luigina Venturelli / Milano
        BELPAESE Il - turismo italiano tiene, ma non entusiasma. Esce dalla recessione degli ultimi anni, ma non va oltre il misero 0,2% di crescita registrato nel 2005. A fare il punto sul settore delle meraviglie sottoutilizzate del Belpaese ? la Bit, la Borsa Internazionale del Turismo che ieri ha aperto alla fiera di Milano la sua 26esima edizione: oltre 5mila espositori e 150 mila presenze attese per quella che il presidente di ExpoCts Adalberto Corsi non esita definire ?la pi? importante industria al mondo per fatturato, numero di occupati, prospettive di sviluppo?.
          Solo che l’Italia, in questo quadro di magnificenza globale, non se la passa troppo bene. Secondo i dati diffusi dall’Osservatorio nazionale sul turismo, il 2005 si ? chiuso con una sostanziale conferma della spesa degli italiani per le vacanze: 46 milioni di euro, pari allo 0,2% in pi? del poco entusiasmante 2004, con una tendenza al contenimento delle vacanze supplementari (meno 12,2%) per concentrare le risorse su un’unica vacanza all’anno (pi? 8,1%). Non cresce nemmeno l’afflusso del turismo straniero, sempre pi? allettato dalla concorrenza serrata di altre mete internazionali: il 50,5% degli operatori europei che commercializzano il Belpaese prevedono per il 2006 una stabilit? dei flussi, mentre il 15,5% si aspetta una diminuzione della domanda.
            L’Italia, insomma, mantiene il suo fascino di museo diffuso dagli infiniti reperti storici e artistici, ma continua ad essere ai margini del grande turismo di massa dei viaggi organizzati e low-cost. Non ha potuto che prenderne atto il ministro delle Attivit? produttive Scajola: ?Il comparto non ha pi? il posto che gli compete nel quadro mondiale. Nel 1970 eravamo al primo posto per gli arrivi turistici internazionali, oggi siamo scesi al quinto, con una quota del mercato mondiale del 5% nettamente al di sotto delle possibilit? di un paese come l’Italia?. Il turismo nazionale occupa oltre 2 milioni di persone e contribuisce all’economia nazionale per il 12% del Pil, ma ?la crescita intorno all’1% dello scorso anno ? un dato troppo basso di fronte a un mercato mondiale in espansione?. Ma il ministro non ha rilevato alcuna responsabilit? governativa, ha promesso 3 miliardi di euro al comparto ed annunciato una campagna promozionale dell’Enit da 20 milioni di euro.
              Ha invece ribadito la necessit? di misure governative mirate Paolo Costa, presidente della Commissione Trasporti e Turismo del parlamento europeo, gi? ministro dei Lavori pubblici nel governo Prodi: ?Senza interventi specifici che rilancino la competitivit? dell’offerta turistica italiana, questo settore rischia la delocalizzazione come altri comparti industriali. I dati parlano chiaro: nel 2005 a fronte della crescita del turismo mondiale (pi? 5,5%) ed europeo (pi? 4%), si ? registrata una stasi del turismo internazionale verso l’Italia che ad ottobre segnava un meno 0,3%?. Secondo Costa, la causa prima di tale situazione sono ?i prezzi non competitivi?, complice un mercato italiano che si ? polarizzato escludendo il turista medio, con buoni risultati solo per le destinazioni molto costose (citt? d’arte e nautica da diporto) o molto economiche (campeggi).
                Essere il Paese pi? bello del mondo non basta a regalare il primato turistico. Ci vogliono strategie politiche ed imprenditoriali.