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    Siliquini contro Vietti: il confronto parte da zero

    Sulle professioni è lite nel Governo
    ROMA - Sulle professioni il Governo non ha intenzione di presentare un disegno di legge delega. Nè il Ddl Fassino, approvato dall'esecutivo nella scorsa legislatura, può costituire la base per il confronto con Ordini e Associazioni in vista della riforma. In questi termini, il sottosegretario all'Istruzione, Maria Grazia Siliquini, ribatte alla presa di posizione del suo collega alla Giustizia, Michele Vietti (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri). «Quelle di Vietti - chiarisce Siliquini - sono opinioni rispettabilissime, ma personali e non rispecchiano un orientamento deciso dal Governo». Vietti, parlando sabato al convegno nazionale dei tributaristi dell'Ancot a Giardini Naxos, aveva tranquillizzato l'uditorio sullo stato della questione-professioni. Per il sottosegretario alla Giustizia le risultanze del Ddl Fassino - tra cui il riconoscimento delle Associazioni delle professioni non regolamentate - non andranno perse, ma costituiranno il punto di partenza della discussione per arrivare alla riforma. Ieri il sottosegretario Siliquini ha fatto la glossa al discorso di Vietti. «Sulla riforma delle professioni il punto è stato fatto in Parlamento, prima delle ferie, dal vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini: la discussione ripartirà da zero, ma per ora non c'è alcuna decisione dell'Esecutivo. La materia, infatti, è ancora allo studio. Allo stato - conclude Siliquini - ci sono solo alcuni disegni di legge presentati dalle forze di maggioranza». Dunque, da Siliquini arriva una netta presa di distanza dal disegno di legge delega Fassino, in coerenza con la battaglia politica intrapresa proprio sulle professioni contro l'ex maggioranza di Governo. Tuttavia, le precisazioni suonano anche come un severo richiamo nei confronti di Vietti, incline a far tesoro dei passi in avanti compiuti nella precedente legislatura. In attesa di un pronunciamento e di un coinvolgimento ufficiale del Governo sul riordino, non manca qualche "intervento spot", come il riferimento alla riforma delle professioni contenuto nelle note di chiarimento al Dpef. Secondo il ministero dell'Economia, la materia - che si riconosce come delicata e complessa - deve essere riordinata facendo riferimento anche ai princìpi di concorrenza e competitività. Tutto sta nel dosaggio. Intanto, An cerca di mantenere le promesse fatte alle professioni attraverso la Finanziaria 2002: sono infatti stati presentati due emendamenti a favore delle Casse professionali. Se le modifiche verranno recepite, gli enti previdenziali dovrebbero essere sottoposti al regime fiscale dei fondi pensione e amministratori e sindaci professionisti verseranno i contributi sui compensi alla propria Cassa e non all'Inps.
    Mercoledí 24 Ottobre 2001
 

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