giovedì 18 dicembre 2003 Sezione: Economia
Sabato sciopero del commercio
Giornata di sciopero, sabato, nel mondo del commercio: Cgil, Cisl e Uil hanno infatti indetto la mobilitazione a sostegno del rinnovo del contratto nazionale dei lavoratori del settore. Tra le iniziative organizzate nella nostra provincia, anche un presidio che a partire dalle 8.00 del mattino, si terrà all'entrata della Iper di Seriate.
«È un anno che il contratto è scaduto, ma la trattativa è comunque interrotta - ha spiegato Roberto Corona segretario provinciale della Fisascat Cisl di Bergamo -: i nove d'incontri, Confcommercio ha rifiutato di entrare nel merito delle richieste ponendo la pregiudiziale della discussione sul mercato del lavoro, tentando d'imporre uno scambio tra il rinnovo contrattuale e lo smantellamento delle attuali norme di tutela dei lavoratori previsti nell'accordo nazionale». Come sottolineano dal sindacato Confcommercio «ha chiesto di fissare in sei anni il tempo dell'apprendistato», e ha sollecitato una serie di flessibilità contrattuali. «L'applicazione della legge Biagi al terziario - ha puntualizzato Mirco Rota segretario provinciale della Filcams-Cgil - richiederebbe una flessibilità sempre maggiore che rischia di penalizzare i lavoratori del commercio rendendo i loro posti di lavoro sempre più precari e meno stabili: soprattutto nel part-time».
Riguardo alla parte economica, evidenziano ancora dal sindacato, Confcommercio «non dimostra interesse per il rinnovo del contratto e non ha avanzato alcuna proposta in merito». «La nostra richiesta salariale è di 107 euro nel biennio 2003/2004 - ha evidenziato Maurizio Regazzoni segretario Uiltucs-Uil di Bergamo -: ma chiediamo anche previdenza e assistenza sanitaria integrative».
E i sindacati si affidano anche ai consumatori per sostenere le richieste dei lavoratori: «Chiediamo ai cittadini di non fare la spesa sabato - ha spiegato Regazzoni -: sarebbe un forte gesto di sostegno a tutta la categoria del commercio».
Valentina Zenoni
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Edizione del 18/12/2003
Negozi e supermercati, due giorni di sciopero Dopo gli autoferrotranvieri, è il turno dei lavoratori del terziario e della distribuzione. Questi ultimi hanno proclamato uno sciopero per domani e sabato di 8 ore su decisione delle segreterie nazionali di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil. Il motivo della mobilitazione è il mancato rinnovo del contratto, scaduto il 31 dicembre dello scorso anno. Gli addetti al settore per le aziende che operano su 5 giorni la settimana, incroceranno le braccia domani per 8 ore, mentre i dipendenti che operano su 6 giorni, si fermeranno sabato. Gli interessati potrebbero essere diverse migliaia: in Italia sono oltre 12 milioni, in provincia invece sono circa 30mila. La protesta coinvolgerà lavoratori dipendenti in piccoli negozi e anche la grande distribuzione come Gs, Bennet e Iper. I sindacati confidano in una buona adesione allo sciopero. A loro sfavore gioca però la frammentarietà del settore composto da piccole e piccolissime realtà che sfuggono all’attività sindacale. Le principali critiche che questi ultimi muovono nei confronti della controparte riguardano l’orario di lavoro e il part - time, le nuove tipologie di lavoro, l’apprendistato e gli aumenti salariali. La richiesta economica avanzata dalle parti sociali è di 107 euro come copertura del potere d’acquisto dei lavoratori. La cifra fa riferimento ai tassi di inflazione tendenziali per il 2003 - 2004 e del recupero del differenziale inflativo del biennio precedente. |
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GIOVEDÌ 18 DICEMBRE 2003 |
L’agitazione si svolgerà tra domani e sabato. Gli orari lunghi e i negozi aperti hanno determinato la protesta dei lavoratori del settore |
Confermato lo sciopero del commercio Trattativa senza esito fra Confesercenti e sindacati. Rosa Gastaldo: iniziativa immotivata
Per la Confesercenti si rileva una certa rigidità di Filcams, Fisascat e Uiltucs ad entrare nel merito del temi riguardanti il mercato del lavoro su cui l’associazione di rappresentanza degli esercenti il commercio, «è da sempre stata disponibile ad avviare un confronto equilibrato nel rispetto dei principi del protocollo del luglio ’93 ed anche alla luce delle novità introdotte dal decreto Biagi. Proprio rispetto alla legge di riforma del mercato del lavoro, Rosa Gastaldo respinge fermamente ogni accusa rivolta dai sindacati all’associazione di categoria, di voler precarizzare ulteriormente il lavoro. Nessuna pregiudiziale positiva sulla normativa, ma nemmeno negativa: «anche sulle regole del lavoro riteniamo sia possibile discutere», rimarca Rosa Gastaldo. Infine la considerazione sullo sciopero «una agitazione proclamata in un momento delicato e difficile, contrassegnato dalla crisi dell’economia e dalla contrazione dei consumi e può pesare sugli acquisti natalizi delle famiglie e pertanto creare un disagio ai consumatori e agli operatori commerciali». (e.d.g.) |
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giovedì 18 dicembre 2003
Sabato i dipendenti della grande distribuzione in lotta per il rinnovo del contratto incroceranno le braccia
I lavoratori chiedono la solidarietà dei clienti e di astenersi dagli acquisti nel fine settimana
Shopping in balìa dello sciopero
L’astensione dal lavoro è stata indetta dai sindacati di settore di Cgil, Cisl e Uil
- No all’introduzione di orari ancora più flessibili di quelli attuali e al sempre più massiccio impiego di lavoratori precari voluti dalla Confcommercio L’ultimo round dello shopping natalizio potrebbe rivelarsi ancora più faticoso di quanto messo in preventivo per l’ultimo fine settimana a disposizione. La grande distribuzione del Monfalconese sabato potrebbe ritrovarsi a rispondere all’assalto degli acquirenti con dei ranghi molto ridotti dallo sciopero indetto per l’intera giornata da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e UilTucs-Uil. Il contratto nazionale è scaduto da 11 mesi e i sindacati del settore commercio, distribuzione e servizi hanno deciso di invitare i lavoratori, dei piccoli negozi e dei grandi ipermercati, senza distinzioni, a incrociare le braccia. Analogo sciopero è stato indetto invece per venerdì, ma nella piccola distribuzione.
Secondo le organizzazioni sindacali, Confcommercio mantiene posizioni rigide, in particolare sul mercato del lavoro. Confcommercio in sostanza chiede di «introdurre orari ancora più flessibili di quelli attuali e vuole ”precarizzare” ulteriormente i rapporti di lavoro». Mentre sul salario «non è stata avanzata alcuna proposta». «Ecco perché abbiamo deciso di scioperare», spiegano Cgil, Cisl e Uil del settore commercio, scusandosi con i cittadini che sabato potrebbero trovare il negozio chiuso o incontrare disservizi. In un volantino distribuito in questi giorni i sindacati spiegano d’altra parte di informare i clienti proprio per metterli in grado di organizzarsi. «Chiediamo però anche uno sforzo in più - aggiunge il segretario provinciale della UilTucs, Paolo Mezzorana -, cioé di essere solidali con le ragioni della nostra protesta e di non effettuare acquisti sabato». Un appello che rischia però di cadere nel vuoto o meglio di essere triturato dalla corsa al regalo dell’ultimo week-end prima di Natale, in un giorno che poi di solito è dedicato alla spesa settimanale da parte di tutte le famiglie. Con il rischio di trovare nei supermercati solo poche casse aperte, costrette a subire l’assalto di clienti e carrelli. «Nel corso delle trattative di questi mesi la controparte - spiega Mezzorana - ci ha fatto capire che un possibile parziale accoglimento delle nostre richieste solo se noi avessimo accettato un ulteriore precarizzazione del lavoro nel nostro settore. Noi siamo anche disposti a trattare su certe cose, ma non a essere ricattati».
18 dicembre 2003
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Giovedì 18 Dicembre 2003
Rotte le trattative per rinnovare il contratto: scatta l’agitazione
Commercio: sabato 20
- Una giornata di sciopero. A un anno dalla scadenza del contratto nazionale si sono interrotte le trattative per il rinnovo dell’intesa per i lavoratori del commercio e terziario: a Brescia sono circa 60 mila, di cui 10 mila occupati nella grande distribuzione. La protesta è in programma sabato 20; anticipata a domani per i dipendenti di imprese che operano su cinque giorni. «Confcommercio e Confesercenti - sottolinea una nota unitaria di Filcams, Fisascat e Uiltucs - hanno rifiutato di entrare nel merito delle nostre richieste, ponendo come pregiudiziale la discussione sul mercato del lavoro, cercando di imporre uno scambio tra rinnovo contrattuale e smantellamento delle attuali norme previste nel contratto nazionale a tutela dei lavoratori». I sindacati di categoria criticano le organizzazioni datoriali anche per le mancate risposte «sul salario. L’impostazione strumentale della controparte - aggiungono nella nota unitaria - dimostra che non c’è la volontà di rinnovare il contratto».
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Due giornate di agitazioni | ||||||||||||||
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