Grande distribuzione, cambia la legge La Regione accoglie le richieste dei piccoli negozianti. Introdotti maggiori vincoli ambientali
La Regione accoglie le proposte dei piccoli commercianti e pone un argine, anche se a Palazzo Lascaris preferiscono parlare di «razionalizzazione», alla grande distribuzione. Lunedì il presidente della giunta regionale del Piemonte, Enzo Ghigo, l’assessore regionale al Commercio Ettore Racchelli hanno incontrato i rappresentanti delle Associazioni dei commercianti, dei consumatori e delle Camere di Commercio del Piemonte, per presentare la proposta di modifica della legge di due anni fa. Le novità introdotte rispetto al vecchio testo di due anni saranno valutate dalla Conferenza Regione-Autonomie Locali e successivamente ritorneranno all’esame della giunta per l’approvazione definitiva e la sua trasmissione al Consiglio. Punto fondamentale della proposta è la decisione di affidare alla Regione il controllo delle localizzazioni extraurbane, le cosiddette L3, mentre i Comuni rimarranno arbitri della programmazione sul proprio territorio. I grandi centri di vendita dovranno rispettare parametri rigidi e molto selettivi con una conseguente maggiore rarefazione delle potenziali localizzazioni. Tra i criteri previsti c’è il divieto di aprire nuovi centri commerciali tra i 6mila e 12mila metri quadrati e insediamenti di grandi strutture di vendita nei Comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti. Molti i vincoli introdotti nei comuni metropolitani per gli insediamenti di centri commerciali superiori a 18 mila metri quadrati. Ulteriori restrizioni riguardano l’impatto ambientale e la visibilità riguardo alla progettazione delle strutture commerciali, che dovranno tenere conto dei principi della cosiddetta «architettura sostenibile» e ridurre gli impatti negativi sull’ambiente. Assoluta novità: viene introdotto un onere a carico degli insediamenti di grandi strutture di vendita localizzabili in aree periferiche a beneficio dello sviluppo e riqualificazione del commercio in ambito urbano.