ItaliaOggi (Attualità) Numero 286, pag. 38 del 3/12/2002 Franco Bastianini
Il governo si è impegnato a trovare 300 mln euro Non saranno licenziati i 16 mila ex Lsu dipendenti delle imprese di pulizia impegnati nella pulizia dei locali scolastici in forza dei contratti di appalto stipulati dal ministero dell'istruzione con quattro consorzi di imprese. Sarebbe stata infatti individuata una soluzione per reperire le risorse necessarie (300 milioni di euro all'anno) che consentano la prosecuzione dei contratti stipulati appunto dal ministero dell'istruzione e la cui scadenza era prevista per il 2006. È quanto hanno comunicato i responsabili del ministero dell'istruzione ai dirigenti sindacali e ai rappresentanti degli ex Lsu nel corso dell'incontro svoltosi il 27 novembre, in concomitanza con la giornata di sciopero nazionale. Per definire i termini della proposta di soluzione, che possa prevenire una gravissima situazione occupazionale con risvolti anche di ordine pubblico, come stanno a dimostrare gli incidenti verificatisi dinanzi al dicastero di viale Trastevere nel corso della manifestazione svoltasi nel corso della giornata di sciopero, è in corso in queste ore presso il ministero del lavoro una riunione tra i ministeri interessati. Seguirà un confronto tra la parte pubblica e le organizzazioni sindacali propedeutico all'incontro conclusivo che si terrà il 10 dicembre a palazzo Chigi con la presidenza del consiglio, i ministeri dell'economia, del lavoro, dell'istruzione e le organizzazioni sindacali. In considerazione dell'incontro del 10 dicembre a palazzo Chigi, le organizzazioni sindacali hanno deciso di spostare al 12 dicembre una seconda giornata di sciopero prevista per il 9. Difficile formulare previsioni sull'esito finale delle trattative in corso. Se, infatti, appare scontato il reperimento, almeno per il 2003, delle risorse necessarie per consentire la prosecuzione dei contratti di appalto, al fine di evitare i licenziamenti minacciati dalle imprese appaltatrici dei servizi di pulizia, non altrettanto lo è l'impegno assunto dai rappresentanti del ministero dell'istruzione per una stabilizzazione definitiva degli ex Lsu utilizzati in circa 2.300 scuole dislocate prevalentemente nel Centrosud. Per consentire la stabilizzazione definitiva, non solo dei 16 mila lavoratori ex Lsu ma anche degli altri 12 mila impegnati nelle pulizie delle scuole in forza dei contratti di appalto stipulati a suo tempo dagli enti locali e successivamente presi in carico dal ministero dell'istruzione, due sembrano essere al momento i percorsi ipotizzabili: l'esternalizzazione su tutto il territorio nazionale, attraverso la concessione in appalto a ditte private non solo dei servizi di pulizia, ma anche di quelli di igiene ambientale e di vigilanza dei locali scolastici, oppure l'assunzione di questi lavoratori all'interno della pubblica amministrazione. La prima ipotesi è quella che sembra trovare più consensi sia tra alcune organizzazioni sindacali che nel ministero dell'istruzione e addirittura in sede governativa, come si ricava da un riferimento in tal senso contenuto nel disegno di legge finanziaria 2003. Una ipotesi che per realizzarsi dovrebbe superare lo scoglio sottolineato dal ministro per i rapporti con il parlamento, Carlo Giovanardi, secondo il quale ´gli appalti di pulizia nelle scuole, affidati sulla base della legge del 2000, confrontati con le alternative possibili per l'affidamento dei servizi di pulizia, risultano sicuramente più costosi rispetto alle offerte avanzate da altre imprese'. La seconda è sostenuta oltre che dai diretti interessati, anche da altre organizzazioni sindacali e da alcune parti politiche. Una soluzione definitiva non potrà, tuttavia, che essere trovata nel contesto più generale della riorganizzazione, appunto, dei servizi ausiliari e, in sede di rinnovo contrattuale, per quanto attiene alle ricadute che l'una o l'altra delle ipotesi potrebbero avere sul personale in servizio. |