con Mediolanum è conflitto d’interessi «Se il decreto verrà approvato così com’è e non si muoverà l’Antitrust autonomamente - avverte Lapadula - saremo noi a fare la segnalazione e a chiedere al Garante di intervenire». Sul piatto ci sono circa 15 miliardi di euro l’anno di trattamento fine rapporto (Tfr) che possono finire da una parte o dall’altra. «Il legislatore ha messo tutti gli attori dell’offerta sullo stesso piano - spiega l’economista del sindacato - ma non ha previsto meccanismi di trasparenza, c’è troppa opacità e il lavoratore alla fine non ha gli strumenti per decidere quale sia la scelta più giusta». Il rischio, paventa Lapadula, è che migliaia di agenti addestrati dalle compagnie di assicurazioni alla fine abbiano la meglio e riescano a convincere i lavoratori in cambio di rendimenti più elevati e promesse che poi sono difficili da mantenere». Una storia del genere, del resto, è già accaduta nelle liberista Gran Bretagna che nel 1988 introdusse l’ opting out , la possibilità di passare da fondi a polizze. Durò quattro anni finché non scoppiò il bubbone: milioni di lavoratori, soprattutto anziani, rimasero intrappolati in programmi assicurativi che promettevano risultati poi non si sono realizzati. Nel 1993, racconta Lapadula, partì un’inchiesta e dopo dieci anni è arrivata la sentenza: le compagnie inglesi sono state condannate a restituire 11,7 miliardi di sterline (oltre 15 miliardi di euro) a quasi 2 milioni di lavoratori perché si sono mosse contro gli interessi dei clienti. Roberto Bagnoli
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La Cgil: con Mediolanum è conflitto d’interessi
di Admin
mercoledì 27 ottobre 2021