Mercoledì 13 Dicembre 2000 italia - economia Revocata la serrata dopo l’intesa sul riassetto della distribuzione: i piani affidati a Regioni e Comuni. In arrivo il benzinaio-barista. I gestori potranno vendere beni di monopolio e servizi Lottomatica ROMA. Riparte la contrattazione tra benzinai e singole compagnie petrolifere per ammodernare gli impianti di carburanti. Regioni e Comuni saranno coinvolti, d’intesa con il Governo, per predisporre i Piani di razionalizzazione e ammodernamento della rete. I Comuni saranno delegati al rilascio di licenze per consentire l’apertura di bar all’interno delle stazioni di servizio. Ai gestori, ai quali arriverà il riconoscimento di lavoro usurante, verrà anche data la possibilità di incrementare i fatturati gestendo generi di monopolio e i servizi di Lottomatica. Per dirimere le controversie tra gestori e petrolieri verrà istituita la Camera delle professioni.
Sono questi i punti essenziali dell’accordo sottoscritto lunedì scorso tra ministero dell’Industria, Unione petrolifera, Assopetroli, Consorzio Grandi reti e le associazioni sindacali che tutelano i gestori (Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc-Anisa-Confcommercio). Un’intesa arrivata in tempo utile per revocare le tre giornate di serrata in programma da ieri sera a sabato mattina.
L’accordo prevede anche un immediato incontro (previsto per oggi) con l’Anas per chiarire la situazione delle concessioni autostradali e dei rapporti di sub-concessione come quelli attinenti al "non-oil", vale a dire a tutte quelle attività commerciali collaterali che nulla hanno a che vedere con la vendita dei carburanti. Altre novità inserite nel verbale d’intesa riguardano la gratuità delle attrezzature di self-service con pagamento posticipato alla cassa (impianti che nel giro di un anno dovrebbero erogare il 50% di tutto il carburante nazionale, contro l’attuale quota del 35%) e la stipula di un accordo di programma con i ministeri dell’Ambiente e della Sanità per bonificare i piccoli impianti che dovranno essere dismessi.
Il Governo, accettando buona parte delle richieste avanzate, ha tramutato in norme le intese sottoscritte (così come sollecitato dalla Fegica) e ha già provveduto a presentare alla Camera un maxiemendamento al disegno di legge collegato alla manovra 2000 che detta norme sull’apertura e regolazione dei mercati. Un testo che dovrebbe essere varato entro fine anno.
L’intervento governativo, secondo i benzinai, offre tutte le garanzie per mettere la parola fine al lungo braccio di ferro con il ministero dell’Industria e aprire l’ultima fase della ristrutturazione del settore che, dopo la chiusura dei primi 3mila impianti, dovrà ora arrivare allo smantellamento di altri 4mila punti vendita marginali. Un rush finale che grazie anche alla ripresa delle trattative con le compagnie petrolifere dovrà riservare un risparmio ai consumatori sul prezzo finale dei carburanti.
Nel corso di una conferenza stampa convocata ieri da Fegica, Figisc ed Anisa presso la Confcommercio, è stato precisato che nei prossimi 3-4 anni nasceranno non più di 2-3mila nuovi bar presso i distributori sicché va ridimensionata l’accusa di concorrenza sleale lanciata dalla Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, che paventava la nascita di 25mila bar. Con l’innalzamento dei volumi di vendita dei carburanti, specie da parte dei self-service, l’Italia riuscirà poi a diminuire le distanze con gli impianti del resto dell’Europa.
L’accordo raggiunto ha soddisfatto anche il ministro dell’Industria, Enrico Letta, non solo perché si sono scongiurate tre giornate di disagio per i consumatori in un periodo particolare come quello natalizio, ma anche perché si sono sbloccati alcuni elementi che avevano frenato l’ammodernamento delle rete. Per Letta l’intesa con i gestori rappresenta «un primo tassello in quella che potrebbe essere la svolta del settore» mentre il secondo potrebbe essere legato al risultato dell’indagine dell’Antitrust.
Michele Menichella
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