Pensioni - Oggi il Governo presenta il piano alle parti sociali: con le liquidazioni ai fondi integrativi tagli contestuali delle aliquote Il Tfr agganciato alla decontribuzione Allo studio anche misure per consentire alle imprese di pagare i contributi che permettano ai dipendenti di anticipare il ritiro dal lavoro Marco Rogari
ROMA - Decontribuzione «automatica» per la destinazione del Tfr ai fondi pensione. È questo l'ultimo tessera che il Governo è intenzionato a inserire nel mosaico della proposta di riforma previdenziale articolata in cinque punti. Che sarà presentata oggi alle parti sociali, a tavoli separati: un primo "faccia a faccia" con i leader sindacali, che già minacciano di far saltare il tavolo in caso di blitz, seguito dall'incontro con le organizzazioni imprenditoriali, con in testa Confindustria. Che ribadisce: per rendere disponibile il Tfr è indispensabile una riforma seria e definitiva. L'obiettivo del Governo resta quello di varare una delega la prossima settimana. Ieri il ministro Giulio Tremonti è stato chiaro: entro il 15 dicembre saranno varate le deleghe su fisco e Welfare. E su quest'ultimo fronte sono anche allo studio misure per consentire alle imprese di pagare i contributi che, in caso di necessità, permettano ai lavoratori di anticipare il pensionamento. Quanto alla previdenza, la riduzione della contribuzione non dovrebbe riguardare solo i neo-assunti. In tutti casi in cui i lavoratori decidessero di usare la liquidazione per la previdenza integrativa scatterebbe simultaneamente un taglio dei contributi, a cominciare da quelli a carico del datore di lavoro. Questo intervento, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe anche avere la funzione di «compensare» le imprese, insieme alla riduzione del l'Irap e al fondo di rotazione per le piccole e medie aziende, per la perdita del Tfr. Il resto della proposta ricalca il piano-Maroni in cinque punti (del quale, ma non è ancora certo, dovrebbe fare parte anche la cosiddetta "fase due"): sviluppo della previdenza integrativa anche con il Tfr; età pensionabile libera; incentivi per rinviare i pensionamenti di anzianità; abolizione del divieto di cumulo; certificazione dei diritti acquisiti. E proprio su questi cinque punti i sindacati sono pronti al confronto. Ma avvertono: niente blitz, come è successo per l'articolo 18, o il tavolo salta. Il messaggio di Cgil, Cisl e Uil è chiaro: no ad un'eventuale "fase due" e a collegamenti tra decontribuzione e Tfr. A chiedere una riforma seria e definitiva delle pensioni, è stato ieri da Bologna Guidalberto Guidi, consigliere incaricato per le relazioni industriali di Confindustria: «La messa a disposizione del Tfr è per noi collegata a una riforma seria del sistema previdenziale». Guidi ha poi aggiunto: «Noi chiediamo una riforma definitiva delle pensioni che garantisca quel contenimento della spesa necessario per una riduzione importante del cuneo fiscale e contributivo». Secondo il sottosegretario al Welfare, Maurizio Sacconi, l'intesa è possibile: «Ci sono tutte le condizioni per cercare di innalzare l'età media di uscita dal lavoro e creare un mercato più evoluto con i fondi pensione». E il ministro Antonio Marzano ha affermato che sull'uso del Tfr anche il lavoratore «deve avere un margine di scelta». Tornando alla proposta del Governo, è anzitutto prevista la liberalizzazione dell'età pensionabile (niente più tetti). Scatteranno incentivi (bonus contributivi e fiscali) per rinviare le "anzianità". I diritti acquisiti saranno certificati (il Governo è orientato a ricorrere a un emendamento alla Finanziaria o se necessario a un Dl). Il documento prevede anche la progressiva abolizione del divieto di cumulo tra pensione e altri redditi da lavoro. Non ci saranno disincentivi sulle "anzianità". E ieri il leader del Carroccio Umberto Bossi ha detto che è stata la Lega a difendere le pensioni: «È stata la Lega a ordinare al ministro Maroni che le cose restassero così». Previste infine detassazioni per favorire i fondi pensione, che verranno alimentati con fette superiori al 50% del Tfr "futuro". Il tutto accompagnato da decontribuzioni, da una riduzione dell'Irap e da un accesso agevolato al credito per le Pmi. Il documento dovrebbe anche prevedere una "fase due": una seconda verifica con le parti sociali dopo il varo delega per aprire la strada ad altri interventi (contributivo per tutti e riallineamento verso il basso delle aliquote contributive). Su questo punto il Governo deciderà questa mattina. Martedí 04 Dicembre 2001