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    La società rivede lievemente al ribasso le stime di crescita per il 2001 per le conseguenze degli attentati negli Usa

    Gucci in frenata controllata
    Nei conti del secondo trimestre (al 31 luglio) l'utile sale del 10%, il giro d'affari del 7,6%
    C.Per.
    FIRENZE - La frenata è in atto. Ma sarà morbida e, grazie all'abbrivio conquistato nel primo semestre, non impedirà a Gucci di tagliare il traguardo di fine anno con risultati più che positivi. L'impatto del dopo 11 settembre, comunque, s'è fatto sentire e il management del gruppo fiorentino ha già visto al ribasso tutte le stime per il 2001. «L'offensiva terroristica è arrivata mentre ci stavamo preparando a ritoccare le previsioni verso l'alto, in considerazione dell'andamento superiore alle attese di tutte le nostre divisioni e mercati, con particolare riferimento alle linee Yves Saint Laurent e al Giappone - spiega Domenico De Sole, presidente e amministratore delegato di Gucci -. I fatti americani e le incertezze sul futuro, invece, penalizzano il settore dei beni di lusso e ci costringono a riscrivere gli obiettivi che riteniamo a portata di mano di qui al 31 gennaio prossimo, sempre che la situazione economica e politica mondiale non subisca un ulteriore deterioramento». I ricavi del gruppo, su base annua, saranno compresi tra 2,3 e 2,4 miliardi di dollari, rispetto alla stima precedente di 2,45 miliardi. La divisione Gucci, in particolare, chiuderà il 2001 sugli stessi livelli dell'esercizio precedente, mentre l'incremento stimato era nell'ordine del 10 per cento. Il risultato operativo prima degli ammortamenti, sempre nelle previsioni, scende dal 16,8 al 16% del fatturato. L'utile netto diluito per azione, infine, sarà compreso tra 2,60 e 3 dollari, anziché 3 dollari. La dimensione contenuta del peggioramento delle previsioni si spiega con l'ottimo stato di salute del gruppo. Nel secondo trimestre dell'anno, chiuso il 31 luglio, Gucci ha realizzato a livello consolidato vendite per 534,5 milioni di dollari, con una crescita del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2000. In aumento anche gli altri indicatori di bilancio: utile operativo prima degli ammortamenti di 91,8 milioni di dollari (+10,1%), che significa un margine del 17,2% (era 16,8%); risultato netto pari a 83 milioni di dollari (erano 81 l'anno precedente); e utile netto diluito per azione di 0,82 dollari, contro 0,80 del secondo trimestre 2000. Gucci division ha continuato a trainare il gruppo con ricavi in crescita del 10,6% (a quota 369,1 milioni di dollari) e vendite dirette che sono balzate addirittura del 39,2% in Asia, del 25,2% in Europa e del 23,6% in Giappone. Anche sul fronte dei risultati, la divisione Gucci ha incrementato l'utile prima degli ammortamente del 36%, e del 33,3% il margine operativo. Nel mese di agosto, poi, le vendite sono lievitate del 12,6 per cento. Per quanto riguarda Ysl, le vendite dirette Rive Gauche in agosto sono volate in alto del 157% (il 32% in più delle attese). «Sulla base delle performance fino all'11 settembre - aggiunge De Sole - sono convinto che l'utile netto per il 2001 avrebbe superato la nostra precedente stima di 3 dollari per azione. Ovviamente, i tragici eventi americani hanno oscurato l'ambiente economico globale e le condizioni commerciali nell'industria dei beni di lusso in particolare. Benché le circostanze ci abbiano imposto di abbassare le previsioni di ricavi e utili - conclude il presidente di Gucci - siamo fiduciosi riguardo all'eccezionale potenziale a medio e lungo termine di tutti i nostri marchi». Il Supervisory board ha autorizzato il management al riacquisto di azioni proprie fino a 3,5 milioni. E la società ha annunciato l'intenzione di farlo in caso di condizioni di mercato vantaggiose. www.ilsole24ore.com/finanza
    Mercoledí 26 Settembre 2001
 

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