Contestazione alla festa del partito, il sindacalista via dal palco
TORINO — È finita con un foro sulla giacca di Raffaele Bonanni causato da un fumogeno lanciato da una decina di metri. E due poliziotti contusi. Poteva andare molto peggio. Il segnale delle contestazioni e dei tafferugli di una trentina tra anarchici, studenti dei centri sociali locali come Askatasuna e qualche precario della scuola, che ieri pomeriggio hanno costretto il leader della Cisl a lasciare il palco della Festa del Pd di Torino in pratica senza poter parlare, è grave. «Un clima pessimo» si sentiva dire per strada, ancora ieri sera, nella generalmente abbottonata città piemontese già stretta nei primi giubbotti autunnali.
Piazza Castello, pieno centro. Sono circa le 17, l’orario in cui è schedulato l’intervento del sindacalista. La sala è piena. Non c’è dubbio che l’obiettivo fosse impedire l’intervento: hanno atteso che il moderatore desse la parola a Bonanni per iniziare una gazzarra di fischi e cori che ha reso impossibile proseguire. I contestatori agitavano manifesti con biglietti da 50 euro, la foto del leader e la scritta: «Cisl venduta». Prova della premeditazione di un’azione che arriva all’indomani della disdetta del contratto del 2008 da parte di Federmeccanica nel quadro del caso Pomigliano.
È stato in quel momento che il vicesegretario del Pd, Enrico Letta, sul palco, ha preso la parola per biasimare l’azione dei manifestanti. In sala c’era anche una robusta rappresentanza della Cisl che è rimasta frastornata pur facendo cordone. Le forze dell’ordine hanno cercato di contenere i manifestanti. Secondo la ricostruzione della Digos vola anche una sedia da uno del servizio d’ordine del Pd, un militante volontario, contro il gruppetto di agitatori. Ci sono cazzotti e spintoni. Fino a quando dal gruppo parte un fumogeno che colpisce Bonanni all’altezza dell’addome. Il leader si allontana portato via dagli uomini della Cisl mentre Letta, rimasto sul palco, interviene duramente sull’episodio parlando di «antidemocrazia». La polizia nel pomeriggio ha individuato in una ragazza del centro sociale Askatasuna la mano che aveva lanciato il fumogeno. Per ora non ci sono fermi. Anche se le indagini sono in corso.
Nel tardo pomeriggio sono arrivate le reazioni del leader del Pd, Pier Luigi Bersani («Atto di intimidazione, un attacco squadrista») e del numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani: «Condanna ferma della Cgil per quanto accaduto. Inaccettabile. Bisogna svelenire il clima e abbassare i toni». L’episodio ha acceso le polemiche tra Pd e polizia con una telefonata di Letta al questore. Come è stato possibile far passare fumogeni e bengala? «Queste cose non dovrebbero capitare. È una festa» commenta un militante, Antonio. «Ora parleranno solo di questo e domani c’è Angeletti». Forse.