Lunedì 17 Febbraio 2003
CONSUMI
Un’indagine Prometeia rivela come gli italiani stanno cambiando il proprio modo di destinare le risorse
Cresce la spesa per il tempo libero
Meno soldi per l’alimentare e per la cura della persona
I consumi sono stagnanti,
una ripresa apprezzabile
è prevista solo dal 2004,
ma va sottolineato anche il
fatto che gli italiani stanno
cambiando abitudini di spesa.
A rilevarlo è un’indagine
svolta da Prometeia.
Tra i consumatori l’«effetto
povertà» è palpabile —
sottolineano i ricercatori di
Prometeia —, ridimensionando
al tempo stesso il disorientamento
legato al changeover
lira/euro e alla percezione
di maggiore inflazione denunciata
da più parti in Europa
negli ultimi mesi.
«Il potere d’acquisto per
grandi fasce di consumatori
si è ridotto in Italia ben più
di quanto indichi la variazione,
positiva, del reddito disponibile
reale — si legge nel rapporto
di Prometeia —.
E ciò riguarda la stragrande
maggioranza delle famiglie
italiane; la sperimentazione
di aumenti di prezzo genera
aspettative negative sui prezzi
medesimi e sulle possibilità
di accumulare la già pianificata
quantità di risparmio. La
conseguenza — prosegue
l’indagine — è che quindi
si tende a risparmiare ancora
di più per ripristinare il
valore attuale del risparmio
prospettico accumulato o
che si intende accumulare».
Insomma, da un lato il
perdurare dell’effetto changeover,
dall’altro lo scontro anche con
le pesanti difficoltà dei mercati
finanziari, che ha accentuato
presso le famiglie la sensazione
di netto impoverimento o di
carenza di risorse adeguate.
Ma se si guarda allo scenario di
medio periodo l’indagine
Prometeia mostra chiaramente
come cambia l’allocazione
delle risorse per consumi
da parte delle famiglie,
con un marcato a crescente
interesse verso l’area delle
relazioni e della cultura (tra
cui spicca una netta crescita
della spesa per le attività legate
al tempo libero). In aumento
anche la spesa per
tutto quanto ha a che fare
con l’ambiente domestico,
mentre gli altri macroaggregati
dei consumi rimangono
sostanzialmente stabili (mobilità),
o cedono terreno (arte della tavola
e cura della persona in particolare).
Il comparto «cultura e relazioni»
—si legge nel rappor-
to di Prometeia — è l’area
che nel biennio di previsione
mostrerà la crescita più sostenuta
rispetto a tutte le altre
macroaree di spesa (+4% la
variazione media annua reale),
stimolata soprattutto dalle
nuove tecnologie che si
renderanno disponibili nel
comparto della telefonia e
dei servizi correlati.
In pratica, secondo le stime
di Prometeia, fatto pari
cento l’ammontare della spesa
delle famiglie per consumi,
tra il 1990, anno di riferimento
dell’analisi, e il 2004,
il settore cultura e relazioni
passa dal 15,9% al 21,4 per
cento. In particolare il segmento
del «tempo liberato»
passa dall’8,5% all’11,4 per
cento.
Per quanto riguarda il settore
della mobilità personale
si oscilla tra il 12,9% e il
12,4% con un picco al 13%
nel 2001.
La cura della persona cala
dal 14,7% al 12% tra il 1990
e il 2001. Le previsioni al
2004 indicano che tale quota
è destinata a restare stabile.
Le spese per la casa salgono
dal 28,2 al 30,7 per
poi assestarsi al 31% entro
il 2004. Nel caso del settore
denominato «arte della
tavola», la quota cala
progressivamente dal 28,4% al
23,9% del 2001 per poi rimbalzare
leggermente al 24,1 per cento.
L’indagine Prometeia sottolinea
comunque che la spesa
per ristorazione continua
a mostrare un trend positivo
anche se con qualche colpo
di freno rispetto agli ultimi
anni. La variazione prevista
per il 2002 si attesta su livelli
inferiori rispetto a quelli
prospettati nella scorsa edizione
del’indagine (+1,8% a
fronte del precedente +3%).
Il rallentamento dei consumi
è comunque controbilanciato
— aggiunge l’indagine —
da una crescita strutturale
del settore. Infatti, la quota
di consumi alimentari fuori
casa è in continuo aumento e
si prevede che possa passare
dall’attuale 30% al 50% nel
giro di due decenni.
VINCENZO CHIERCHIA