
13 settembre 2002
FINANZA E MERCATI |
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Benetton, utile a 60 milioni
 I ricavi del gruppo di Ponzano Veneto sono scesi a 1.002 milioni (-4%) - Cresce l'autofinanziamento
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ROMA - Cresce l'utile in presenza di un lieve calo del fatturato e a un autofinanziamento in aumento: sono questi i risultati più significativi di Benetton Group nel primo semestre 2002, approvati ieri dal cda. Come informa una nota, il primo semestre 2002 presenta ricavi consolidati pari a 1.002 milioni (-4%) rispetto all'analogo periodo del 2001 (1.044 milioni di euro). Il dato è stato influenzato dalla riorganizzazione del settore sportivo del gruppo di Ponzano Veneto che, a fronte di un atteso calo dei ricavi per circa 22 milioni di euro, ha prodotto un sensibile miglioramento dell'efficienza aziendale e dei margini del comparto. L'utile netto del primo semestre è salito a 60 milioni di euro, dai 54 milioni di euro registrati nei primi sei mesi del 2001, grazie al già citato miglioramento dell'efficienza aziendale e dei margini del settore sportivo. L'utile netto consolidato di competenza del gruppo Autostrade è aumentato del 6,5% nel primo semestre, a 186 milioni di euro, su ricavi in crescita del 4,7% a 1.114 milioni. L'incremento dei profitti «è dovuto principalmente ai miglioramenti gestionali che hanno compensato la totale svalutazione della partecipazione indiretta in Blu », sottolinea la nota con cui la società che fa capo al gruppo Benetton ha reso noti i risultati semestrali, approvati ieri dal consiglio d'amministrazione. Il titolo ha recuperato l'1,03% a 8,907 euro, unico in crescita nel Mib30. Nel semestre è stato azzerato il valore residuo della partecipazione del 30% posseduta nella società telefonica, pari a circa 130 milioni (di cui 60 già svalutati nel primo trimestre), in quanto la cessione di Blu, per la quale «si attende il definitivo via libera delle autorità competenti», «comporta - dice il comunicato - perdite significative rispetto al capitale investito». La nota aggiunge che la fase conclusiva del processo di dismissione di Blu «verosimilmente non sembra dover determinare ulteriori oneri significativi a carico del gruppo». Autostrade ha messo in evidenza il superamento della fase di stallo negli investimenti. «I primi sei mesi dell'anno - ha dichiarato il presidente, Gian Maria Gros-Pietro - hanno visto il gruppo impegnato in un grande sforzo per lo sblocco di lavori fermi da anni», tra i quali «la Variante di valico, il Passante di Mestre, la nuova Milano-Bergamo-Brescia, il nuovo sistema tangenziale di Milano, la Pedemontana veneta». Una novità l'acquisto, da parte della controllata Autostrade Finance, di un ulteriore 2,83% della spagnola Acesa Sa, per 106 milioni di euro. Il cda ha «preso atto» dell'operazione, che conferma la «volontà di collaborazione industriale» con il maggior operatore industriale spagnolo e consente di mantenere «invariata la quota della partecipazione di Autostrade a valle dell'annunciata fusione di Acesa con Aurea (secondo operatore spagnolo) e della già eseguita Opa di Acesa su Iberpistas». Nel 2001 Autostrade ha acquisito il 4,94% di Acesa, per complessivi 150 milioni di euro. L'ulteriore acquisto è stato fatto per mantenere inalterata questa quota nella società, a più ampio perimetro, che nascerà dal riassetto. Il gruppo spagnolo è entrato nel nucleo stabile costituitosi a fine 1999 per la privatizzazione di Autostrade, nella quale detiene una partecipazione indiretta del 3,85%, con un investimento di 325 milioni.
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