Pagina 15 - Economia & Lavoro L’aliquota unica sulle rendite può attendere di Bianca Di Giovanni / Roma RENDITE L’aliquota unica sulle rendite finanziarie può attendere. L’abitazione ha la precedenza: via libera a sgravi Ici e affitti. Questa l’intesa di massima raggiunta ieri tra i capigruppo della commissione Finanze alla Camera e il viceministro Vincenzo Visco. Dalla delega sulle rendite finanziarie verrà stralciata la parte che riguarda l’unificazione al 20% dell’aliquota fiscale (dal 12,5% dei titoli, capital gain, obbligazioni e dal 27% dei depositi) . Tutto il resto procederà. Il che vuol dire che andranno avanti le norme che omologano i meccanismi fiscali dei fondi d’investimento italiani a quelli stanieri (prelievo in capo al cliente del fondo e imposizione sul realizzato e non sul maturato), ma non quelle sui piccoli risparmiatori. Questo sul fronte finanziario. Ma a correre sarà soprattutto l’altra «anima» della delega, quella sul catasto che «ingloberà» la nuova Ici «leggera» e sgravi per chi sta in affitto. Insomma, quel «pacchetto casa» che la maggioranza vuole presentare quanto prima attingendo al «tesoretto» di maggiori entrate. Ma il piano dei parlamentari - che non a caso non indica una cifra precisa di investimenti - incrocia (e forse si scontra) quello dei sindacati al tavolo del welfare e della previdenza. Detto chiaro e tondo: se l’extragettito andrà alla casa, resterà ben poco per gli ammortizzatori sociali e per le pensioni basse. Ovvero, per i giovani precari, i disoccupati over 50 e gli anziani più poveri. Spetta al governo indicare le priorità e in base a quelle distribuire le risorse. Il nodo ad oggi non è ancora stato sciolto. È probabile che con il tempo, e con la verifica sulle effettive risorse a disposizione gli interventi si possano calibrare meglio. «In ogni caso vogliamo che si studino le compatibilità con le richieste dei sindacati», afferma Francesco Tolotti, capogruppo ds in Commissione. Per l’Ici si prospetta un intervento strutturale, che rivisiterà completamente l’imposta. La delega, infatti, chiede il riordino degli estimi catastali a invarianza di gettito, cioè senza un aggravio per i cittadini. L’invarianza si otterrà rimodulando l’imposizione Ici. Con il nuovo catasto, che sarà basato sui metri quadrati e non più sui vani, anche l’imposta seguirà quella unità di misura. A regime si punta ad abolirla completamente sulla prima casa. Questo l’obiettivo finale, ma la Camera sta pensando ad una norma trasitoria che parta già da quest’anno: la possibilità di detrarre lIci dall’imponibile Irpef. A questa seguirà la regola «gemella» per gli inquilini, che potranno detrarre gli affitti. Sembra acacntonata, invece, la cedolare secca al 20% per i proprietari. È il sottosegretario all'Economia, Alfiero Grandi, presente all'incontro di ieri tra i deputati e Visco, a spiegare che l'articolo 1 del ddl che riguarda il riordino della tassazione delle rendite finanziarie «verrà riscritto». In questo modo «si soprassiede per il momento» come dice Lanfranco Turci, al riordino delle aliquote su titoli di stato e gli strumenti finanziari mentre resterà la delega che riguarda il riordino delle misure volte a equiparare i fondi italiani a quelli esteri. Sarà il governo a dover trovare la riformulazione dell'articolo. Quanto ai tempi per riprendere il discorso sulla aliquota unica è il presidente della commissione finanze, Paolo Del Mese (Udeur) ad affermare che «da qui alla finanziaria le aliquote non verranno toccate». Del Mese ha riferito che sulla decisione di accantonare l'armonizzazione delle aliquote il viceministro Visco si è detto d'accordo. |
"Fisco" L’aliquota unica sulle rendite può attendere
di Admin
mercoledì 27 ottobre 2021