Egregio mullah Omar, siamo costretti a scriverLe una lettera aperta perché «il servizio postale verso l’Afghanistan è momentaneamente sospeso, causa interruzione dei collegamenti aerei», come annuncia la nota delle Poste Italiane diffusa ieri. La solerzia della nostra amministrazione pubblica ci ha piacevolmente sorpreso.
Hanno impiegato soltanto quaranta giorni ad accorgersi dell’esistenza di un lieve impedimento ambientale, e questo nonostante né Lei né Bush vi foste premurati di comunicare all’ufficio competente (compilando l’apposito modulo) l’avvenuto inizio delle ostilità. Benché da qualche giorno ci preoccupino più le lettere in arrivo che quelle in partenza, non immaginavamo che i depositi fossero stracolmi di cartoline per Bin Laden e raccomandate per i taliban.
Ma ci consola sapere dalla nota suddetta che la posta giacente verrà recapitata non appena gli aerei riprenderanno a volare senza bombe, speriamo presto. Non può capire, mullah, quanto il comunicato delle Poste ci abbia risollevato il morale. Perché potete anche conquistare il mondo, Lei e il suo amico Bin Laden. Ma alla fine la burocrazia italiana vi fermerà: è ottusa e implacabile, perciò invincibile. Montanelli diceva che l’unica resistenza seria al regime fascista la fecero i ministeriali romani in difesa della pausa-cappuccino. Non avete scampo: sono i nostri eroi.