Il deterioramento delle relazioni sindacali in Metro Italia è un processo voluto dall'impresa volto a tagliare fuori la rappresentanza dei lavoratori dalle dinamiche organizzative aziendali, la cui massima espressione è evidentemente la disdetta del contratto integrativo ma che si è manifestato nel corso degli ultimi anni in vari contesti: dall’iniqua applicazione della cassa integrazione alla gestione del comitato Covid, dalle mancate risposte alle rappresentanze territoriali e di punto vendita alla erogazione unilaterale di un premio economico ad alcuni lavoratori mentre la maggioranza dei dipendenti subiva le riduzioni salariali dell’ammortizzatore sociale. È in questo quadro di gestione totalmente unilaterale da parte dell’impresa che alcuni referenti aziendali assumono atteggiamenti arroganti e irrispettosi che portano ad episodi come quello di Catania.
Metro Italia in questi anni ha progressivamente cambiato il suo modello organizzativo concentrandosi sul mercato Horeca, il risultato di questa riorganizzazione è un complessivo abbassamento della qualità e della quantità dell’occupazione: un peggioramento delle condizioni di lavoro dei dipendenti diretti, esasperati dalla flessibilità e dalla riduzione degli organici; la crescita del numero di lavoratori in appalto confinati nell'attività prevalentemente notturna; un investimento nella delivery terziarizzando l'attività con centinaia di persone addette al nuovo servizio ma che per l'impresa sono fantasmi.
L’impresa deve rispetto e risposte alle Organizzazioni Sindacali ma soprattutto alle lavoratrici e ai lavoratori, che con il loro impegno, dedizione e sacrificio permettono alla multinazionale di essere il leader di settore del mercato italiano. Auspichiamo che la ripresa del dialogo porti ad un’inversione di tendenza.