Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile




Si celebra oggi la Giornata mondiale contro il lavoro minorile per porre nuovamente all’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica il fenomeno che colpisce anche il nostro Paese.
Quest’anno la giornata è dedicato alle bambine lavoratrici, le più vulnerabili, quelle cui è negata l’istruzione. Su 75 milioni di bambini non ancora iscritti alla scuola primaria, si stima che il 55% è femmina. L’educazione è un fattore importante per evitare lo sfruttamento; le ragazze scolarizzate hanno maggior probabilità di avere un reddito sufficiente da adulte, essere autonome e non costrette a sposarsi, avere meno figli e con minori possibilità di essere, a loro volta, dei bambini lavoratori.
Sono più di 100 milioni le bambine e le ragazzine coinvolte nel lavoro minorile in tutto il mondo, la metà di loro siano impiegate in mansioni pericolose o comunque rischiose e, di queste, circa 20 milioni hanno meno di 12 anni, la maggior parte lavora in agricoltura (il 61% nella fascia d’età 5-14 anni), seguono il settore dei servizi e il lavoro domestico (il 30%, soprattutto nell’Africa sub-sahariana e in America Latina) e l’industria manifatturiera (9%). E anche se non si hanno numeri certi, sono sempre le bambine e le ragazzine a esser obbligate a “lavori forzati” o sottopagati, e le più sfruttate nel giro del “commercio sessuale” minorile .
Quando si parla di bambini lavoratori, si è soliti credere che si tratti di una realtà che riguarda esclusivamente i Paesi in via di sviluppo, ma in Italia lavorano 144.000 bambini tra i 7 e i 14 anni (fonte ISTAT); e di questi, 31.500 sono da considerarsi veri e propri casi di sfruttamento.
Secondo l’Osservatorio sul Lavoro Minorile il 36% dei minori italiani, quasi uno su quattro, è esposto a rischio di povertà. Sono circa un milione i giovani che abbandonano prematuramente gli studi. La loro salute fisica è messa in pericolo e il loro benessere sociale e intellettuale è compromesso da un'alimentazione ed una scolarizzazione inadeguata.