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(Del 11/1/2003 Sezione: interni Pag. 4)
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| Nuove pensioni, Fini apre alle parti sociali |
| Il vicepremier: si cambiano con il dialogo, ma i sindacati sono preoccupati |
ROMA Gianfranco Fini apre alle parti sociali sulla riforma delle pensioni, e chiarisce che la riforma si discuterà con imprenditori e sindacati. Un´apertura che però non sembra soddisfare Cgil e Uil, secondo cui il sistema previdenziale è già in equilibrio. «Con il Patto per l'Italia ? ha detto ieri il leader di An ? abbiamo esplicitato che sono riforme che si devono fare con il dialogo con le parti sociali. Per questo dico confrontiamoci, vediamo». Della riforma delle pensioni «ho visto che si è cominciato a discutere e ne discuteremo». Quanto all'ipotesi di super-incentivi a chi sceglie di rinviare la pensione restando al lavoro, il vicepresidente del Consiglio ha precisato che «gli incentivi sono già nella delega. Discutiamo se usarli ulteriormente, se no, il Parlamento che ci sta a fare. C'è in giro una certa superficialità. Riforma previdenziale significa tante cose: un tempo riguardava le pensioni di anzianità, ora che il problema è meno grave del passato significa anche altro». In questo senso, il vicepremier ricorda di aver già espresso ad esempio la sua posizione sul rafforzamento degli incentivi, ma che tutte le questione saranno oggetto di «confronto» e «dialogo». Il leader della Cgil Guglielmo Epifani non conosceva ancora le dichiarazioni di Fini, e il suo «no» a interventi sulle pensioni era rivolto soprattutto al segretario Ds Piero Fassino. «Non ho capito bene quello che ha proposto Fassino, ma la Cgil non è disponibile a mettere mano alla riforma delle pensioni». Per Epifani la legge Dini «è un'ottima riforma. Abbiamo di fronte a noi invece un decreto del governo che non ci convince». In particolare, secondo il leader della Cgil, «è sbagliato costringere i lavoratori a destinare il Tfr ai fondi pensione»; ancora, «se si fa decontribuzione si corre il rischio di avere pensioni in futuro ancora più basse». E poi, anche se ideare incentivi per rimanere al lavoro «non è un´idea peregrina», bisogna evitare che insieme arrivano disincentivi. Molto guardingo anche l´atteggiamento del numero uno della Uil, Luigi Angeletti: «C'è una disponibilità del governo ad affrontare in rapporto con le parti sociali il tema del sistema previdenziale che, però, per noi è in equilibrio», ha affermato. «Quello che può essere utile - ha aggiunto Angeletti - è soltanto garantire ai lavoratori che non debbono temere ulteriori penalizzazioni del sistema previdenziale», timori che spingono le persone alla rincorsa al pensionamento. Nel centrosinistra il tema della previdenza continua ad essere un punto dolente. Nei Ds, naturalmente, ma anche nella Margherita. Se l´ex ministro del Lavoro Tiziano Treu afferma al «Sole 24 Ore» che «è ormai ineludibile un intervento per migliorare il sistema previdenziale», più freddo sulla necessità di questo intervento è il capogruppo alla Camera, Pierluigi Castagnetti, secondo cui «il vicepresidente Fini ha detto che il problema della previdenza non è così grave: ed allora si mettano d'accordo. Se non è così grave, non vedo l'esigenza di procedere ad una riforma del sistema pensionistico». Treu, comunque, concorda con Fassino, e afferma che «è necessario modificare la delega presentata dal governo, che è molto debole sotto diversi punti di vista, a cominciare dagli incentivi per favorire il rinvio dei pensionamenti», e chiede un coinvolgimento delle parti sociali. Ma è soprattutto nella Quercia che il tema pensioni continua ad agitare le acque. Ieri un gruppo di dirigenti della Flai-Cgil (il sindacato degli alimentaristi) ha scritto una lettera in cui si spiega di «averne le tasche piene del modo di far politica dei Ds. La Cgil ieri è stata lasciata sola nella difesa dell'articolo 18, oggi resterà di nuovo sola nel difendere il sacrosanto diritto dei lavoratori ad andare in pensione». Dura è la replica di un altro dirigente Cgil, il presidente del patronato Inca, Aldo Amoretti: «È ora di smettere di strillare se un dirigente di partito parla di pensioni, i problemi sono di merito». E se la potente organizzazione Cgil dei pensionati, con il segretario Betty Leone, ribadisce il suo no alle ipotesi di decontribuzione e di versamento obbligatorio del Tfr nei fondi pensione prevista dalla delega previdenziale, il responsabile Welfare Ds Livia Turco mette a punto la linea del partito: bisogna soltanto completare la riforma Dini, soprattutto intervenendo a favore dei lavoratori atipici, precari e discontinui, favorendo il «prolungamento volontario della vita lavorativa», e «cominciare a farsi carico di quale sarà la pensione futura dei giovani». r. gi.
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