La crisi si mangia la riforma degli ordini professionali Castelli, su richiesta di Pera, ha ritirato la delega: «Ora è inopportuna» Molti ritenevano che si trattasse di una riforma fin troppo blanda e inefficace, ma nemmeno la revisione del sistema degli ordini professionali progettata dal governo e inserita nel pacchetto competitività vedrà la luce. Su richiesta del presidente del Senato Marcello Pera, il ministro della Giustizia Roberto Castelli ieri ha infatti ritirato dal decreto all’esame di Palazzo Madama la delega che apriva la strada a una parzialissima liberalizzazione e apertura al mercato di un settore retto da norme vincolistiche e (secondo tanti osservatori) corporative. Al centro dell’obiezione del Presidente Pera, l’inopportunità politica di varare una delega di riforma (che avrebbe richiesto la successiva presentazione di decreti attuativi) in presenza dell’apertura della crisi di governo. Ma a quanto pare, a parte i problemi istituzionali, sulla fine di questo (ennesimo) tentativo di riforma del sistema delle professioni ha pesato la consueta scarsa volontà politica di mettere mano alle nuove regole. «Ho fatto un po’ di verifiche ma non ho capito da quali ambienti siano arrivate queste forti resistenze - ha detto Castelli - Speriamo di poter riaffrontare la questione. Abbiamo comunque predisposto un testo che ha raccolto una larghissima convergenza e che può costituire un buon punto di partenza per un nuovo provvedimento che possa avere tempi rapidi e non biblici come altri provvedimenti in Senato». (r.gi.) |
La crisi si mangia la riforma degli ordini professionali
di Admin
mercoledì 27 ottobre 2021