MARTEDÌ, 11 MAGGIO 2004 |
Pagina II – Palermo | ||
LA PROTESTA | ||
Un migliaio di ex lsu ha "assediato" la ripartizione personale del Comune | ||
Salari, buoni pasto e mansioni la Gesip sul piede di guerra | ||
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La vertenza è aperta su questioni vecchie di mesi: la concessione del buono pasto, che secondo il sindacato spetta a tutti i lavoratori che svolgono attività per oltre otto ore al giorno, e l´adeguamento di stipendi e mansioni dei dipendenti, parte dei quali (gli addetti al rilascio dei pass delle zone blu) già il 27 aprile scorso incrociò le braccia, rivendicando un inquadramento al terzo livello del contratto nazionale di lavoro delle pulizie, avendo invece diritto al quinto livello. Questioni che «lasciano molto perplesso» l´amministratore delegato della Gesip, Massimo Felice Lombardi, secondo il quale «la società ha chiuso le trattative solo sul buono pasto, non contemplato dal contratto nazionale di lavoro, mentre su tutte le altre questioni ha dato il suo assenso alla trattativa. Ho l´impressione – dice Lombardi – che dietro lo sciopero ci sia una volontaria strumentalizzazione politica». «Il problema non è certo il buono pasto – ribattono Piero Lo Cicero, rappresentante Gesip della Cgil, e Gioacchino Tortorici, rappresentante Uil – perché la questione è complessiva e riguarda l´intera qualità della vita lavorativa dei dipendenti. Ci sono molte questioni da affrontare e i vertici della società non hanno mai mostrato apertura alle nostre richieste. E in ogni caso, sembra che gli organi amministrativi si siano dimenticati che la Gesip è prima di tutto una struttura sociale». La trattativa con i sindacati è stata interrotta il 28 aprile scorso. «La Gesip, nata con l´obiettivo di stabilizzare i lavoratori precari, è diventata solo un carrozzone clientelare al servizio dei potentati del Polo – dice il segretario regionale di Rifondazione comunista, Giusto Catania – il Comune è indifferente alle rivendicazioni degli scioperanti e, non essendo in grado di dargli alcuna prospettiva, si rifiuta perfino di incontrarli». L´assessore Falzone, che sederà in prefettura domani, si chiede anche «quali strumenti ha un azionista per risolvere una questione interna alla società. Per adesso – aggiunge – mi pongo il problema di una spa che deve essere privatizzata cercando risorse sul mercato, e prima di ogni cosa deve essere competitiva. E questo è un risultato che non si può raggiungere senza la collaborazione di tutti». «Il Comune ci ha abbandonato – replica Lo Cicero – la Gesip è un luogo dove ognuno fa quello che vuole e nessuno controlla». al. bo. |