23/2/2005 ore: 15:37

I DRAMMATICI FATTI DI VERONA, LA RIFORMA DELLA VIGILANZA PRIVATA, LA POSIZIONE DELLA FILCAMS

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23 febbraio 2005

I DRAMMATICI FATTI DI VERONA, LA RIFORMA DELLA VIGILANZA PRIVATA, LA POSIZIONE DELLA FILCAMS

Nota di Maurizio Scarpa della segreteria nazionale Filcams e responsabile per il settore vigilanza privata

«Da ormai 30 anni il settore della vigilanza privata aspetta una riforma che finalmente dia certezza alla natura giuridica della Guardia Particolare Giurata e imponga regole al sistema delle imprese che ne garantiscano qualità, professionalità e capacità imprenditoriale.

«Il drammatico delitto di Verona, ma anche la vicenda dei quattro ostaggi Italiani in Iraq, evidenzia come la mancanza di regole stia portando il settore della sicurezza privata su una china molto pericolosa per l’intera collettività.

«Il prezzo più alto è pagato dai 30 mila addetti che per svolgere in maniera professionale il proprio dovere rischiano quotidianamente la vita senza avere una tutela giuridica.

«Come Filcams Cgil abbiamo con più iniziative cercato di richiamare l’attenzione sulla vigilanza privata per accelerare i temi della riforma.

«Apprendiamo oggi che il confronto sulla bozza di riforma in discussione nella commissione affari costituzionali della Camera si è di nuovo arenata.

«Su quel testo presentato dal Governo, come sindacato, unitariamente, avevamo espresso molte contrarietà, perché si tentava di accompagnare la giusta risposta ai problemi dei lavoratori, con un processo di “militarizzazione” del settore, con compiti d’ordine pubblico incompatibili con la natura democratica del nostro paese.

«Pur con una posizione critica ci siamo battuti perché in ogni modo il testo, con le modifiche sostanziali che noi avanzavamo, potesse andare in porto.

«Il fatto che il ministro Pisanu si sia sentito in dovere di togliere la responsabilità della Vigilanza Privata all’on. Mantovano è indicativo di come stava evolvendo il progetto di nuovo ordinamento, ma ancor più evidenzia che la deriva presa dal settore preoccupa persino i fautori della bozza in discussione in parlamento.

«Auspichiamo che questa rimozione possa significare una ripresa di una discussione che, partendo dalle esigenze della Vigilanza Privata, sappia ricercare un percorso condiviso, accogliendo i suggerimenti del sindacato, portando finalmente in porto la riforma.

«Purtroppo la realtà sembra andare nel senso opposto.

«Una riforma del settore deve separare in maniera netta la funzione di tutela del patrimonio (compito a cui può partecipare il settore privato) da quello della tutela dei cittadini e della repressione del reato.

«Da questa chiarezza occorre far discendere un forte controllo sulle aziende che operano nel settore, impedendo che la registrazione alla camera di commercio basti a farsi rilasciare la licenza.

«Agli operatori occorre dare la qualifica d’incaricato di pubblico servizio, tutelandolo dai rischi che quest’attività porta con sé. Tale importante riconoscimento deve essere però sorretto da una forte qualificazione da acquisire prima dell’ingresso in servizio, elevando in tal modo le capacità professionali, che sappiamo oggi non discendono dall’essere in possesso di un’arma.

«“Né sceriffi né subalterni” scrivevamo due anni fa, e lo rivendichiamo ancora adesso.

«Ciò che è accaduto a Verona dovrebbe far riflettere su un certo tipo di cultura che vede con favore la privatizzazione d’ attività di Polizia.

«L’ipotesi di riforma voluta da Mantovano e Pisanu intendeva istituzionalizzare proprio questo cambio di natura della Vigilanza Privata.

«L’abbiamo combattuta e continueremo a combatterla. Al governo e al parlamento chiediamo di non bloccare la discussione sulla riforma, ma di cambiarne radicalmente i contenuti.

«Gli operatori del settore sono pronti a fare la propria parte».