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Pagina 9 – Primo Piano Farmacisti contro Bersani La minaccia: dal 19 novembre solo vendita diretta DANIELA DANIELE ROMA Il provvedimento contestato sancisce che anche i farmaci di fascia C (quelli a totale pagamento dei cittadini) possano essere venduti nei «corner» farmaceutici dei supermercati. L’affare non è da poco, in questa fascia ci sono – per esempio – i sonniferi, gli psicofarmaci, la pillola del giorno dopo, gli anticoncezionali. Roba che vale almeno tre miliardi di euro. Senza dire che la grande distribuzione può già vendere i farmaci per l’automedicazione e i disinfettanti vari. Da qui la posizione di inedita compattezza di tutta la categoria: sulla stessa line comune si sono trovate Federfarma, Assofarm e Fofi, (l’ordine dei farmacisti). Gli animi erano esacerbati e rancorosi, tanto più che il ministro della Salute Livia Turco si era diverse volte pronunciata a favore dell’eliminazione di questo emendamento. Bersani ha vissuto questo episodio come un’entrata gamba tesa quantomai inatteso: «Sono rimasto molto colpito da questa scelta dei farmacisti. Non voglio fare polemica – ha commentato – ma non trovo corretto che si crei disagio alle famiglie e ai cittadini al solo fine di fare pressione sul Parlamento che ha inserito una norma e la sta valutando». Come lui, peraltro, la pensano le associazioni dei consumatori preoccupate per la situazione in cui si verranno a trovare tante famiglie, e per questo hanno invitato i ministri Turco e Bersani e il Parlamento «a respingere l’aut-aut inaccettabile dei rappresentanti dei farmacisti». Le medesime Associazioni hanno anche ricordato che non sono i supermercati a togliere spazio alle farmacie, ma semmai queste ultime ad aver fatto invasione di campo «essendo diventate dei bazar in cui, accanto ai farmaci, si vendono prodotti cosmetici e di bellezza, spesso con ingannevoli promesse di riduzione di peso e cellulite, giocattoli e calzature, ecc». Nel coro di chi prende le distanze dalla associazioni farmaceutiche, c’è anche il Movimento dei Liberi Farmacisti, al quale aderiscono soprattutto i giovani della categoria spesso esclusi dal mercato, e che spingono per una liberalizzazione che non faccia della professione una casta chiusa. Per la verità anche i farmacisti «storici» si sono fatti carico di questa esigenza e hanno proposto al governo un piano per aumentare la concorrenza nel settore: un aumento di 2.200 nuove farmacie (20% in più rispetto ad oggi), orari più lunghi di apertura e nuovi criteri per la nascita di nuovi esercizi in piccole realtà disagiate. |
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Farmacisti contro Bersani: «Pagherete le medicine»
09/11/2007