venerdì 29 ottobre 2004 «Ha effetti devastanti per il mondo del lavoro e non serve nemmeno alle imprese». Il governo rinvia ancora una decisione sullo stralcio dell’articolo 18 Nedo Canetti ROMA La Legge 30 di riforma del mercato del lavoro ha «effetti devastanti» e va abrogata. La richiesta arriva dal leader della Cgil, Guglielmo Epifani, nell’intervento conclusivo alla prima conferenza di programma di Nidil Cgil, la struttura sindacale che rappresenta i collaboratori, i lavoratori temporanei e le nuove figure professionali previste proprio dalla legge di riforma del mercato del lavoro. La Legge 30 – ha dichiarato Epifani – «è il simbolo di un disegno culturale e ideologico che va cancellato». Secondo il segretario generale della Cgil, in un paese come l’Italia che vive una fase di stagnazione, introdurre nuove forme di flessibilità del lavoro ha «effetti devastanti». «La cosa più paradossole – ha sottolineato Epifani – sta nel fatto che mentre il ministero del Welfare procede imperterrito sulla sua strada, la nuova Confindustria si è accorta che qualcosa non funziona». Secondo Epifani, la Legge 30 «non è attenta alle ragioni del lavoro, ma neppure alle esigenze dell’impresa». La presa di posizione della Cgil non è piaciuta al sottosegretario Sacconi che l’ha definita «oscurantista e settaria». Detto fatto, ha annunciato che si sarebbe subito recato, appunto al Cdm, al momento in corso, «dove – ha assicurato – decideremo». Attesa quindi, per le decisioni che in quella sede si sarebbe prese. Attesa delusa. A Palazzo Chigi di art.18 e di ammortizzatori non si è parlato. E al termine, Maroni, raggiunto telefonicamente, non solo ha confermato che l’argomento non era stato nemmeno sfiorato, ma ha avuto la faccia tosta di sostenere che quella dell’art. 18 «non è una questione da Consiglio dei ministri, non è una questione da governo, ma politica».
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Epifani: la legge Maroni sul mercato del lavoro va cancellata
29/10/2004